Il 6 aprile 2009, soli quattro giorni dopo una delle tante iniziative della Confraternita, la Festa di Primavera, un terremoto distruttivo ha sconvolto L’Aquila, causando 309 vittime e cambiando la vita di tutti.
Non è stato facile riprendere e riprendersi, non lo è nemmeno dopo molti anni in realtà. Eppure quello stesso dicembre, pochi mesi dopo, Balla che te passa, e questa è l’unica volta in cui il suggerimento del nome non si è concretizzato, si è riunita nella Festa degli auguri di Natale e Capodanno (nella foto, un momento della tombolata). Non certo per stappare e festeggiare a più non posso, con la tragedia ancora fresca, ma per provare a riprendere e riprendersi, a riannodare un tessuto strappato. Qualche risata c’è scappata, magari anche tra esuli che si rivedevano dopo mesi.
Il gennaio successivo, nel 2010, così la neo Mamma emerita (a causa di un’altra perdita dolorosa) Alberto Orsini ha provato a fare il punto nell’opuscolo consegnato a tutti i confratelli.
IL DOVERE DI CONTINUARE
Non è più la stessa cosa, e lo sappiamo. Questa sera, al momento di darsi i saluti, al momento di consegnare i premi speciali, al momento di votare il Priore e le altre cariche, in tutti ci sarà qualcosa di diverso. Troppe ne sono passate; per troppo tempo il divertimento che dal 1999 anima le iniziative della Confraternita è stato sostituito da altri sentimenti, di stampo opposto. Paura, preoccupazione, tristezza, rassegnazione. Eppure siamo di nuovo qui.
Quello che avete tra le mani è il sesto volumetto che a ogni Sant?Agnese, ideale apertura dell’anno di attività, raccoglie i materiali di tutte le iniziative svolte. Nel 2009 la Confraternita ha passato la ragguardevole cifra di 70 eventi organizzati in dieci anni di storia. Dal rituale agnesino a Carnevale (l’origine di tutto, nel 1999), dalle gite organizzate alle feste per gli auguri, fino al sito Internet e all’approdo recentissimo sulla rete sociale più seguita, quella (ormai famosa quasi per tutti) di Facebook.
Fa piacere pensare che la Confraternita nata quasi per gioco si sia fatta grande e continui a radunare comitive sempre varie, ma sempre accomunate da un unico obiettivo, quello di svagarsi. Dispiace molto invece pensare che a godersi questo gruppo ormai rodato non ci sia più una delle sue anime, Sandro, il papà di chi scrive, portato via dalla malattia, dopo che la Confraternita aveva perso anche altri amici come Danilo, il dottore, e Mario, il maestro.
Anche e soprattutto per questo, non è più la stessa cosa, e lo sappiamo. Ma per quanto non possa certo bastare a cancellarla, per una sera, in questa Sant’Agnese, e in tante altre sere, nelle iniziative che faremo, la tristezza vogliamo provare a tenerla fuori dalla porta. Ne abbiamo passate tante, ma siamo di nuovo qui. Con il dovere, e (da qualche parte dovrà pur esserci) la voglia, di continuare.
L’Aquila, 21 gennaio 2010
Alberto Orsini |