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LO STEMMA E IL GONFALONE

Lo speciale stemma agnesino della Confraternita, che si affianca al tradizionale ovale nero in campo azzurro, nasce dall’esigenza di distinguere la sezione dedicata a Sant’Agnese dal resto delle attività della Confraternita “Balla che te passa”.

Creato da Alberto Orsini, il grafico di tutte le iniziative, lo stemma è composto da uno scudo diviso in quarti: il primo da sinistra rappresenta una parte dello stemma primario e originario, cioè i due ballerini; proseguendo in senso orario c’è il simbolo della città dell’Aquila; quindi le forbici con l’ago e il filo, elementi che si rifanno alla maldicenza (caratterizzata da una lingua tagliente come forbici e dalla capacità di cucire con ago e filo un metaforico vestito fatto per l’appunto di maldicenze); infine, uno dei mascheroni delle Novantanove Cannelle rivisitato e... adeguato alla Sant’Agnese.

Lo stemma è stato ricamato sul gonfalone della Confraternita, che accompagna gli iscritti in tutte le iniziative più importanti. Nel 2016 è stato aggiornato dalla grafica professionista Roberta Guida, dando un aspetto più moderno e dinamico all'immagine della Confraternita. Nel 2018, infine, per il ventennale delle attività e della Sant'Agnese è stato realizzato uno stemma ad hoc utilizzato per tutte le iniziative celebrative.

LA PERGAMENA

Dal 2004 il ristorante “L’Antico Borgo” nella piazza delle Novantanove Cannelle è diventato il “cenacolo” ufficiale della Confraternita “Balla che te passa” per quanto riguarda la celebrazione di Sant’Agnese e non solo anche perché alcuni nobili aquilani esiliati perché maldicenti rientrarono proprio il 21 gennaio di qualche secolo fa in città da porta Rivera, quella di fronte al ristorante.

Dopo il terremoto del 6 aprile 2009 la Confraternita ha dovuto trovare una nuova “mangiatoia” e alla fine ha trovato casa presso il centro sportivo ricreativo L’Arcobaleno di Vittorio Nuvolone.

A testimonianza di queste scelte, la Confraternita ha apposto nei locali caratteristiche pergamene, realizzate dagli artigiani delle Ceramiche di San Bernardino, per ricordare ai visitatori la “sacralità agnesina” del luogo.

LE CARTOLINE

Le cartoline sono nate dall’esigenza di rendere sempre più tangibile visivamente le caratteristiche della Sant’Agnese celebrata dalla Confraternita “Balla che te passa”. Sono state create da Alberto Orsini. La prima cartolina riguarda proprio Sant’Agnese, con la statua sulla maldicenza del maestro Bruno Perrotti e lo stemma della sezione agnesina della Confraternita.

La seconda cartolina è un omaggio al ristorante “L’Antico Borgo”, primo “cenacolo” agnesino della Confraternita: in essa è visibile porta Rivera e sullo sfondo l’ingresso del ristorante, la cui insegna è riportata nella cartolina in alto a sinistra, mentre in alto a destra c’è lo stemma sella sezione Sant’Agnese della Confraternita. In basso, in primo piano, c’è la pergamena realizzata dal laboratorio Ceramiche San Bernardino, visibile all’interno del ristorante.

La terza cartolina,infine, è stata creata in occasione delle festività natalizie 2005 per augurare Buone Feste a tutti i confratelli, e raffigura la palla in ceramica per l'albero natalizio realizzata dalle Ceramiche San Bernardino per la Confraternita.

IL FERMACARTE

Si tratta di un altro segno tangibile della Sant’Agnese della Confraternita “Balla che te passa”. È stato realizzato in lega e ha come unico simbolo lo stemma agnesino della Confraternita.

Negli anni, il fermacarte è stato consegnato al prefetto dell’Aquila, Giovanni Troiani; al questore dell’Aquila, Sergio Visone; alla presidente della Provincia, Stefania Pezzopane; al sindaco dell’Aquila, Biagio Tempesta, e al direttore generale della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, Rinaldo Tordera.

Ha ricevuto il fermacarte anche il notissimo comico ed opinionista Dario Vergassola, maldicente Doc.

LA STATUA

È stato il primo simbolo concreto riguardante la celebrazione aquilana di Sant’Agnese: si tratta della statua sul tema della maldicenza realizzata dal maestro Bruno Perrotti, sollecitato della Confraternita “Balla che te passa”.

Il titolo è sicuramente suggestivo: “Due teste in una con lingua biforcuta che distrugge la quiete dell’umanità”. L’opera del maestro Perrotti ha avuto una recensione dal professor Raffaele Colapietra, pubblicata sul periodico “Ju Zirè”.

Lo stesso Perrotti ha ricevuto dalla Confraternita un artistico piatto in metallo inciso come testimonianza di stima e di gratitudine.

Confraternita Balla che te passa - 1999